Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 27-05-2007
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E’ una storia di un sabato mattina qualunque a Bassano del Grappa. Un uomo, costretto su una sedia a rotelle, viene accompagnato all’ingresso del Municipio di Via Matteotti. Deve andare in sala consiliare, per partecipare alla cerimonia di premiazione del “Premio Don Milani” rivolto agli studenti delle scuole superiori della provincia di Vicenza.
La sala, però, si trova al primo piano. Nel palazzo comunale c’è un ascensore che porta al piano alto dal quale, lungo un percorso comunque tortuoso, si può raggiungere la sala del consiglio comunale.
Ma purtroppo è sabato: l’ingresso pubblico degli uffici del municipio, nell’ala nuova dell’edificio, è chiuso e con esso è sbarrato anche l’accesso all’ascensore. L’unica porta aperta è quella dell’ingresso di rappresentanza e non resta che arrangiarsi. Quattro volonterosi si rimboccano le maniche, sollevano di peso la persona in carrozzina e la trasportano, a fatica, sulle due ripide rampe dello scalone settecentesco che porta alla sala della cerimonia. “E’ una vergogna”, sbotta uno degli accompagnatori.
Come non dargli ragione? Da anni, le barriere architettoniche del Municipio di Bassano sono un problema irrisolto che le varie amministrazioni non hanno potuto o voluto affrontare. L’edificio che dovrebbe più di altri essere accessibile a tutti sembra invece strutturato apposta per suscitare l’antipatica sensazione, in chi non può muoversi autonomamente, di essere un cittadino di serie B. Ostacoli, scalini e dislivelli ad ogni dove. Di fronte al problema, sindaci e assessori allargano desolatamente le braccia. Troppo difficile e troppo costoso, spiegano, intervenire sulle antiche architetture dello storico palazzo aggiungendo scivoli e rampe o installando ingombranti montascale.
E allora come se ne esce? In casi come questo, purtroppo non isolati, basterebbe (chiediamo troppo ?) incaricare gli uscieri comunali di turno a rendersi disponibili ad aprire l’ingresso per il pubblico e dare così accesso, a chi ne avesse bisogno, al fatidico ascensore. Questione di un giro di chiave. Scene penose come quella a cui abbiamo assistito non sono degne di una città che si gonfia il petto per la sua apertura e la sua ospitalità .