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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

C’è una chiesetta, amor

Pensieri e parole sulla Chiesetta dell’Angelo, un tempo fulcro degli incontri e degli eventi culturali cittadini ed oggi sottoutilizzata e poco valorizzata

Pubblicato il 17-01-2023
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C'è una chiesetta, amor
Nascosta in mezzo ai fior
.”
Iniziava così una famosa canzone dei decenni che furono, anni ’40 del ‘900, quando “amor” non faceva rima solo con “fior” ma anche con “cuor”.

Immagine di una mostra allestita alla Chiesetta dell’Angelo nel 2019 (archivio Bassanonet)

Ma c’è una chiesetta anche a Bassano del Grappa, che non è nascosta in mezzo ai fior ma è seminascosta tra le facciate esterior degli edifici di piazzetta dell’Angelo in centro storico.
Mi riferisco, ovviamente, alla Chiesetta dell’Angelo. Un piccolo grande punto di incontro culturale in passato, oggi sede di qualche sporadica mostra d’arte promossa o patrocinata dal Comune di Bassano.
Ne scrivo, non avendolo neppure programmato, perché oggi nel corso di una mia ricerca per un progetto editoriale che sto preparando mi è capitata tra le mani della documentazione interessante. Vale a dire una testimonianza cartacea risalente agli anni in cui la Chiesetta era davvero un fulcro della cultura cittadina.

Si tratta degli opuscoli degli “Incontri Culturali di Primavera” e degli “Incontri Culturali d’Autunno”, anni 1996, 1997, 1998, 1999 e 2003. E cioè dei prospetti informativi della rassegna ospitata in Chiesetta che per due volte all’anno, in aprile/maggio e in ottobre/novembre, si svolgeva tutte le sere e anche nei pomeriggi dei fine settimana per aprire allo spirito della città gli orizzonti della conoscenza con conferenze, tavole rotonde, concerti, letture teatrali, serate a tema, incontri con l’autore e quant’altro.
Musica, fotografia, teatro, cinema, poesia, storia, arte: erano i filoni tematici con cui il programma delle due rassegne annuali si dipanava.
Terminati gli “Incontri Culturali” di primavera o d’autunno, la Chiesetta dell’Angelo tornava poi al suo ruolo - egregiamente svolto nel resto dell’anno - di regolare sede di mostre d’arte, in particolare arte contemporanea.
Ho scritto che era “un” fulcro della cultura cittadina e non “il” fulcro, perché quella era una Bassano in cui la diffusione pubblica ovvero comunale della cultura e dell’arte si irradiava in modo policentrico. Non solo Chiesetta e non solo Museo Civico: anche Palazzo Agostinelli e Palazzo Bonaguro contribuivano alla proposta di un calendario comunale di appuntamenti di cultura quanto mai ricco e diversificato.
Appuntamenti che continuavano a svolgersi, senza soffrirne il paragone, anche quando in contemporanea c’era il “grande evento”.
Me ne rendo conto dall’opuscolo degli “Incontri Culturali d’Autunno” del 2003, dove una pagina è dedicata alla pubblicità della grande mostra “CANOVA” (tutto maiuscolo), allestita al Museo Civico di Bassano e alla Gipsoteca Canoviana di Possagno dal 22 novembre 2003 al 12 aprile 2004, curata da Mario Guderzo, Giuseppe Pavanello e Sergej Androsov e affidata all’organizzazione generale di Villaggio Globale International. Per la serie: déjà-vu.
Ma gli incontri in Chiesetta di quella stagione autunnale 2003 non si appiattivano sull’onda della Febbre da Canova e parlavano d’altro: dalle strade romane delle Alpi al meraviglioso mondo dei funghi, dai diritti dell’infanzia alla ginnastica del cervello e dai documentari naturalistici del CAI fino al sempre attuale tema “Nord-Est, un territorio tra disastro e valorizzazione”. Di tutto e di più, come è giusto che faccia la divulgazione del sapere.

Sfogliando gli opuscoli di quegli anni mi sono reso conto, perché me ne ero scordato, di quanto la Chiesetta dell’Angelo sia stata un luogo d’incontro, prima ancora che di snodo culturale, della città e del territorio.
Organizzare più di una trentina di Incontri Culturali a rassegna, per un totale di oltre una sessantina di appuntamenti all’anno, voleva dire collaborare con altrettanti gruppi, formazioni musicali, circoli, sodalizi culturali e associazioni di ogni tipo.
Una rete di relazioni che generava proposte e iniziative e alimentava la voglia di condividerle.
Aggiunte alle due rassegne anche le mostre d’arte allestite nel resto dell’anno, la Chiesetta sprizzava “vita” da tutti i pilastri. Era soprattutto la sede prescelta per i grandi momenti di incontro comunitario attraverso la cultura, al di là dei programmi istituzionali di competenza del Museo Civico e della Biblioteca.
Mi ricordo un “Incontro Culturale” col grande poeta bassanese Gino Pistorello, che ero andato a seguire per la televisione, e mi vengono ancora i brividi pensando al momento in cui il fantastico Pisto, col suo vocione greve, ha recitato al microfono la sua struggente poesia Sabo Santo.
Resta negli annali anche il 1998, l’anno del Millennio di Bassano, quando la Chiesetta dell’Angelo ospitò i monaci tibetani per il rito del Mandala: un grande e multicolore mosaico, realizzato per lunghe ore coi granelli di sabbia, che i monaci avrebbero poi disperso in pochi secondi gettandolo sul Brenta dal Ponte Vecchio.
L’ultimo mio importante ricordo, fra i tanti che ho, degli eventi in Chiesetta dell’Angelo è del maggio 2016. Sono sei anni e mezzo fa ma sembra passato un secolo.
L’amministrazione comunale di allora aveva concesso l’utilizzo della Chiesetta al gruppo di lavoro bassanese Lampi Creativi per l’organizzazione del ciclo di serate “Dialoghi con i creativi”, dedicato a svelare il rapporto tra creatività, progettazione e artigianato artistico nel nostro territorio.
E una delle serate, quella a cui ho partecipato io, ha avuto per protagonisti due autentici giganti della creatività artistica di Bassano e dintorni, oggi purtroppo entrambi compianti: la “signora dei telai” Renata Bonfanti e il maestro della ceramica di Nove Cesare Sartori.
Vederli e incontrarli lì, in Chiesetta, è stato un momento intimo per le caratteristiche del luogo e insieme, per il livello dei relatori, anche grandioso.

Ho scritto tutte queste cose, ispirato all’improvviso dagli opuscoli degli “Incontri Culturali” di primavera e d’autunno degli anni che furono alla Chiesetta dell’Angelo, perché mi dispiace vedere oggi questo luogo utilizzato parzialmente, anzi sottoutilizzato, e valorizzato minimamente.
È vero, le mostre in Chiesetta continuano: lo scorso settembre c’è stata ad esempio quella delle Barbie vestite all’uncinetto a cura dell’Inner Wheel, dal 9 dicembre all’8 gennaio è stata allestita la personale “Viaggio al De Fabris partendo da me” del giovane pittore Alessandro Cipriano e dal 22 aprile al 21 maggio è in programma la mostra “La materia del vuoto” con le opere dell’artista Emanuele Convento.
Ma l’impressione è quella di una programmazione non continuativa, periodica se non sporadica, priva di un vero e proprio filo conduttore, che fa rimpiangere i tempi in cui la Chiesetta al limitare di via Roma non era un mero contenitore da riempire di tanto in tanto, ma un piccolo faro di cultura sempre pieno di contenuti.
Oggi la cultura a Bassano va alla grande, si sta esaltando col Bicentenario Canoviano, ha un Museo Civico che sta scalando le classifiche di gradimento ed è uno dei settori meglio funzionanti dell’amministrazione comunale. Ma non esiste la situazione perfetta, ci sono anche i limiti e l’insufficiente sfruttamento delle grandi potenzialità offerte dalla Chiesetta dell’Angelo è uno di questi.
Serve forse che l’amministrazione Pavan ci rifletta sopra e trovi il modo per restituire pienamente alla città questo luogo da sempre deputato agli incontri e agli eventi culturali, programmati a lungo termine e non occasionali, perché non di solo Canova vive l’uomo.

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