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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Il caso Peppa Pig

Ressa domenicale al Grifone per il personaggio dei cartoni animati mentre il centro storico sotto la pioggia rimane vuoto. Riflessioni a margine di un'abile trovata commerciale da Paese dei Balocchi

Pubblicato il 25-03-2013
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Ieri era la prima domenica di primavera. Pioggia, vento e freddo: la negazione della bella stagione. Nel pomeriggio mi trovavo in redazione, nel centro storico di Bassano. Ed ero uno dei pochi all'interno della ZTL (quella vera, che esiste da un'eternità il sabato e la domenica). Il maltempo ha costretto molte persone a rinunciare alla solita passeggiata domenicale in centro. Unica eccezione, i coraggiosi partecipanti alla Giornata FAI di Primavera, che hanno aperto gli ombrelli per raggiungere il municipio e la Torre Civica, due dei “monumenti aperti” sede delle visite guidate della delegazione bassanese del Fondo per l'Ambiente Italiano.
Per il resto, poco o niente. Il cuore della città - per usare un'espressione cara a Confcommercio - batteva a rilento. Niente di eccezionale, direte voi: in una triste domenica di pioggia, non si può pretendere di più.
Sono pienamente d'accordo, se non fosse per il fatto che - nello stesso momento - mi sono giunte segnalazioni di lunghissime code di auto in direzione del Grifone. Via Valsugana e via Capitelvecchio intasate, parcheggi dello Shopping Center esauriti. E' vero che i centri commerciali sono da sempre una meta domenicale preferita da molte persone: e non è questa la sede per capirne i motivi, lascio volentieri la spiegazione ai sociologi. Ma è pur vero che le brutte condizioni del tempo non giustificavano un simile e improvviso assalto alla diligenza.

Peppa Pig e il fratellino George Pig, eroi dei cartoni animati

Senonché, questa mattina, conversando con alcune persone al bar - primo centro di smistamento delle notizie - ho capito il perché di tanto spostamento umano. Ieri pomeriggio, al Grifone, c'era Peppa Pig. Peppa chi? Ma sì, Peppa Pig: la maialina rosa dall'abito rosso protagonista di un cartone animato inglese che sta spopolando tra i bambini di oggi.
L'abile ufficio marketing dello Shopping Center ha confezionato un pomeriggio su misura per le famiglie: “Peppa Pig incontra i bambini”. Quattro incontri di mezz'ora, uno ogni ora dalle 15 alle 18, in cui Peppa (ovvero un figurante in costume) è stata “a disposizione dei suoi piccoli fan, per scattare foto ricordo”. Te poi mainarte: invasione del Grifone garantita.
E' stata, se vogliamo, una trovata da Paese dei Balocchi. Finta e costruita ad arte, come tutte le iniziative promozionali che si rispettino. Ma ha funzionato, come funzionano - e da sempre - l'angolo delle foto con Prezzemolo o il finto ristorante dei pirati di Gardaland. Questione di gusti e di abitudini di massa.
Non penso che i negozi del centro commerciale, al cospetto di tanta folla domenicale, abbiano aumentato più di tanto il volume di affari. Sicuramente, chi avrà battuto scontrini a manetta saranno stati i bar interni della struttura.
Ma non è questo il punto: perché il caso Peppa Pig ci fa riflettere, più che per i fatturati degli esercizi del Grifone, per i concetti di “richiamo” e di “attrazione” che dovrebbero essere insiti nel Dna di una città dedita al commercio e al turismo di passaggio come la nostra.

* * *

L'animazione nei fine settimana in centro storico a Bassano, checché ne dicano le solite cassandre o qualche consigliere comunale listato a lutto, in realtà non manca ed è anzi abbondante. Basta - per fare solo due esempi - fare un salto alla “Città dei Ragazzi” o alla sfilata dei carri di Carnevale: non c'è Pippa Pig che tenga. Eppure, a sentire i commercianti, “il centro storico sta morendo” e “il cuore della città rischia di non battere più”.
E allora dove sta il problema? Sta negli altri giorni della settimana, quando la gente pensa ad altre cose e tende comunque a fare la spesa da altre parti.
La recente serrata dei negozi e dei bar del centro storico ha puntato il dito, tra le altre cose, sulla “contrazione dei consumi” e sulla “proliferazione ed accerchiamento dei centri commerciali nell'immediata periferia”. Con una perentoria richiesta, rivolta da Confcommercio al Comune: “Vogliamo le stesse condizioni di accessibilità e parcheggio dei centri commerciali per competere alla pari”.
Già: ma se anche - ragionando per assurdo e lavorando molto di fantasia - domani mattina il Comune di Bassano decidesse di rendere gratuiti tutti i parcheggi della cintura oltre le mura (“Le Piazze” comprese), di concedere il parcheggio gratuito “mordi e fuggi” in centro come richiesto dalla categoria, e di bandire per sempre la parola ZTL dal proprio vocabolario, sarebbero in grado i negozi del centro di “competere alla pari”? Sarebbero pronti a concordare una politica dei prezzi più accessibile all'attuale potere di acquisto della maggioranza delle persone? Sarebbero propensi, per la causa comune, a promuovere servizi logistici condivisi per i fornitori e per la clientela, come nelle grandi strutture di vendita? Sarebbero disposti a mettere la mano al portafoglio, tutti insieme, per finanziare nuove occasioni di animazione e di promozione di immagine del loro “centro commerciale all'aperto”, anche nei giorni feriali, che non siano il solito mercatino di Natale o le quattro serate estive sotto le stelle?
Voler competere alla pari con i centri commerciali non vuole dire reclamare soltanto le stesse condizioni di accesso e di parcheggio, ma accettare anche un radicale cambio di mentalità manageriale, esteso e condiviso dall'intera categoria, al di là degli immediati interessi di bottega.
Se i commercianti del centro non se ne renderanno conto, rischieranno ancora e sempre di essere sconfitti dal primo maialino di passaggio.

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