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Marco PoloMarco Polo
Giornalista
Bassanonet.it

Calcio

Rimpianti e segnali forti

Il Bassano appare in forte crescita. Ma urge di ritrovare il miglior Longobardi

Pubblicato il 21-11-2011
Visto 1.687 volte

Si sa, nel calcio si vive moltissimo di presente. E il presente in casa giallorossa, almeno a livello di classifica, non è propriamente esaltante. Eppure il day after del match contro lo Spezia sarebbe potuto essere quello delle celebrazioni, un angolo di paradiso calcistico adagiato per un giorno proprio alle pendici del Grappa. Il Bassano, infatti, è stato ad un soffio dal centrare il double da sogno: suonarle una dopo l’altra a due big indiscusse come Triestina e Spezia. Momenti da tramandare ai nipotini. Eppure magari chi da tifoso giallorosso allo stadio non è potuto esserci avrà sicuramente accolto con soddisfazione i 4 punti messi in cassaforte in questo doppio turno casalingo. Anzi, alla vigilia chiunque avrebbe sottoscritto per tale sequenza di risultati. Ma se al termine di una gara dominata e che ha fatto emergere solo indicazioni positive lo stesso Osvaldo Jaconi parla di “grosso rammarico” un motivo ci sarà. Il motto del tecnico, grande verità del calcio, ormai lo conoscono tutti: indipendentemente dall’avversario ogni partita offre certe opportunità. Se c’è la possibilità di vincere bisogna provarci, se il massimo che si può spremere è un pareggio allora anche una X diventa un risultato importante. Soprattutto per una squadra come il Bassano, che sta lottando con grande forza d’animo per risalire la china dopo una falsa partenza in cui son stati bruciati quasi tutti i bonus stagionali, diventa pesante non portare a casa certe partite quando si presenta l’occasione. E di occasioni nitide per portarla a casa questa sfida ce ne sono state almeno 3. Anche perché gli altri non aspettano e gli altri, in questo turno di campionato, si chiamano Latina, vittorioso a Bolzano, Prato, che ha sbancato Salò, e la Triestina, vittoriosa sulla Cremonese grazie ad una punizione magistrale del rientrante capitan Allegretti.

Non solo palle-gol. Se raccontiamo di possibili celebrazioni non lo facciamo con il solo riferimento alle conclusioni fallite da Longobardi (clamorosa), Ghosheh (clamorosa) e Ferretti, che non hanno nemmeno centrato la porta, ma soprattutto pensando alla straordinaria prestazione offerta dal gruppo giallorosso. Una prova corale di assoluto rispetto, di carattere e voglia di vincere. L’altra faccia di una domenica appesantita da quel rammarico di cui parla Jaconi riguarda proprio la crescita di una squadra che aveva bisogno di un successo importante per riacquistare fiducia e allontanare le tensioni che si erano accumulate nelle due settimane comprese tra la sconfitta casalinga con il Siracusa (ricordate il sig. Brasi?) e il match con la Triestina. Era successo l’anno scorso con la vittoria-svolta sulla Salernitana. È capitato quest’anno con il successo sugli alabardati. Ma non è l’unico punto in comune con il medesimo periodo dell’anno passato. L’altro grande aspetto riguarda una condizione atletica tornata straripante e che ha supportato i giallorossi capaci di imporre il proprio gioco oltre che inseguire gli avversari e mordere le caviglie. Non si spiega altrimenti la metamorfosi tra il primo tempo con lo Spezia, ok oggettivamente un po’ giù di corda, e la prima frazione di 8 giorni prima contro Trieste. Notare: gli undici in campo nelle ultime due partite sono stati gli stessi. Solo un caso che siano arrivati questi risultati?

Ghosheh sceglie la conclusione di destro mentre Longobardi è ben piazzato (foto Roberto Bosca)


Tutti con Longobardi. Il mistero di Christian Longobardi si infittisce. Appena arrivato per sostitute Crocetti, lo scorso gennaio, toccava la palla e la metteva nel sacco. Alla fine furono 5 le marcature in giallorosso alle quali vanno aggiunte le altrettante messe a segno con la maglia del Viareggio nella prima parte di stagione. In estate la sua permanenza al Bassano Calcio è stata più volte messa in discussione salvo poi chiudere con un soddisfacente accordo per entrambe le parti. Diventa ben presto uno dei leader spirituali del gruppo per le sue doti umane, oltre che calcistiche, e il suo spirito di grande sacrifico nel mettersi a disposizione della squadra. Il Bomber, soprannome che è tutto un programma, continua a dimostrare di essere un giocatore importante fin da subito. A partire dalla trasferta contro la Cremonese dove insacca un pallone particolarmente difficile alla prima vera occasione utile prima di segnare anche il rigore della speranza. Ma anche con il Latina, palo interno clamoroso dopo un’esaltante azione personale, e a Bolzano mette in mostra doti importanti per la categoria salvo mandare tutto in fumo per colpa di sciagurate finalizzazioni. Da lì l’ingresso in un vortice disgraziato che l’ha portato a commettere errori grossolani. Poi quando finalmente sembrava intravedere la luce in fondo al tunnel con il primo gol alla Triestina ecco il rigore in movimento calciato a lato contro lo Spezia. Eppure Jaconi in primis, pur sapendo di poter contare su un Gasparello che freme, ma anche i compagni, dai quali è particolarmente stimato, sanno che perdere a livello mentale Longobardi per tutta la stagione sarebbe deleterio. L’attaccante è difeso a spada tratta da tutti nell’ambiente. Basso e Porchia hanno speso parole importanti per lui. Lo stesso Braghin preferisce sottolineare la buona prestazione di Longobardi: “Altre volte l’errore era stato più marchiano. Tutti si soffermano sulla mancata marcatura ma è altrettanto vero che quell’occasione se l’è costruita con una giocata straordinaria. Abbiamo grande fiducia in Christian, sappiamo cosa può dare e siamo certi che per noi sarà determinante”.

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