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Marco PoloMarco Polo
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Jaconi: “Gli infortuni ci penalizzano. E su Bonetto …”

“Le partite sono sempre giocate sul filo dell’equilibrio. La differenza tra vincere e perdere è minima. E gli attaccanti non devono sentirsi troppo responsabili”

Pubblicato il 26-10-2011
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Sporting Club di Fellette, consueta conferenza stampa settimanale. Osvaldo Jaconi sta lavorando al suo Mac portatile. Davanti a lui è visualizzato un foglio Excel nel quale sono riportati vita, morte e miracoli dei calciatori della sua rosa. In modo inconsueto il tecnico, profeta di puntualità, fa aspettare qualche minuto i cronisti. Quando si avvicina, si siede, scuote la testa e sbuffa: “Non se ne può più. Ne abbiamo proprio le scatole piene”. Silenzio. Poi la spiegazione: “È dal 15 luglio che non posso mandare in campo un undici definito per due gare di fila. Una squadra costruita per salvarsi come la nostra non può continuamente dover sopperire a defezioni, spesso molto importanti. Porchia ha saltato la preparazione e nel momento in cui stava rintracciando la forma migliore si è rotto. Basso ha trascorso il ritiro a mezzo servizio. Ora si ferma Mateos, fortuna che recuperiamo Caciagli ma gi stessi Drudi e Morosini hanno qualche problemino”. Verrebbe da dire che è una valle di lacrime acuita dalle almeno 4 palle gol da tre punti buttate nella vasca Imhoff. Alla luce di quanto esposto, non stupisce vedere il Bassano impantanato lì sul fondo della classifica. E’ stato così anche l’anno scorso, Braghin va ripetendolo fino alla nausea: quando il Soccer Team può contare su tutti gli effettivi può battere chiunque, se inizia a perdere per strada, 2, 3 o 4 titolari le cose si complicano dannatamente. Ecco allora che il pareggio con il FeralpiSalò va letto positivamente perché le seconde linee schierate in blocco hanno retto l’urto con una partita vera, sfiorando addirittura il colpaccio. Ecco che partendo da questa base piuttosto solida e con un’anima di squadra ben precisa i futuri innesti di Porchia e Mateos (e magari qual cosina a gennaio) potranno dare una decisa accelerata. “Se notate – continua Jaconi – nessuna squadra (Cremonese a parte ndr) ci ha messo sotto. Difficilmente le nostre sconfitte vengono con più di 1 gol di scarto. Ancor più raramente Grillo ha preso un voto superiore a quello del portiere della squadra avversaria. Questo significa che c’è così tanto equilibrio che basta anche poco per spostarlo. Sono i dettagli a fare la differenza”. Dettagli che a Bassano fanno rima con convinzione: “La determinazione, cazzimma o come la volete chiamare, è la nostra arma principale. Il fatto che ci sia così poca differenza tra il riuscire a vincere o pareggiare una partita ci fa entrare in campo ancor più cattivi, ci dà ancor più forza nell’affrontare al massimo ogni allenamento. E ricordiamoci che la foga che si mette durante la settimana poi te la ritrovi anche in partita. Altra dote chiave è la pazienza, la pazienza di sfruttare il momento giusto senza avere la pretesa di pretendere tutto e subito”. Pazienza che secondo il tecnico giallorosso devono avere soprattutto le punte, Gasparello, Longobardi (domenica con il Siracusa sarà squalificato) e, se vogliamo, Guariniello: “Capisco che in un momento come questo gli attaccanti vorrebbero spaccare in due la porta. Chi gioca in quel ruolo vice per il gol, è normale. Ma la cosa più importante è che giochino per la squadra. Noi non possiamo permetterci di tenere un uomo là davanti fermo per mantenerlo lucido in caso di occasione da gol. Se non difendiamo in 11 andiamo in difficoltà”.

L’uomo che può fare la differenza. Di Ferretti abbiamo già abbondantemente parlato. C’è invece un altro giocatore nella rosa del Soccer Team che può trascinare la squadra a risultati importanti inserito in un contesto di squadra quadrata e cattiva. Riccardo Bonetto non ha ancora fatto vedere tutte le sue importanti qualità. Partenza sparata la sua, scheggia imprendibile e palma di migliore in campo con il Lanciano. Poi un lieve assestamento, fisiologico per un giocatore che era reduce da una stagione senza gare ufficiali. Il guaio è che dopo tale flessione un giocatore impiegato con continuità dovrebbe recuperare in breve tempo forma e brillantezza. Lo stesso Bonetto ammetteva candidamente di essere appena al 70% dopo la gara con il Barletta. Cosa è successo dopo? Una sfilza di striminziti 6 nelle nostre pagelle dal Barletta in avanti, un 5,5 nella trasferta di Salò. Ebbene un motivo c’era: “Riccardo è da un mese che soffre per un problemino al ginocchio. Lui ha sempre stretto i denti e non ha mai voluto saltare mezzo match però così facendo la condizione dell’infortunio non migliorava. In settimana ha fatto degli accertamenti che hanno evidenziato che il fastidio è in via di superamento”. Il mister non lo dice esplicitamente ma è chiaro si aspetta un apporto importante dal laterale di Asolo. Anche sulla scelta del modulo ha inciso la volontà di mettere Bonetto in una zona di campo dove potesse far fruttare le sue qualità per mettere a ferro e fuoco la fascia destra avversaria.

Riccardo Bonetto, 32 anni, in una delle sue tipiche azioni. Il laterale è rallentato da un problemino (foto Roberto Bosca)


Pensiero ai Boys. Per Jaconi è stata la sorpresa più piacevole della trasferta bresciana. Una cinquantina di tifosi al seguito e la ricomparsa dei Boys Bassano che con i loro cori hanno creato una gran bella atmosfera al “Turini”. E, vogliamo sottolinearlo, questi supporters non sono tornati a cantare sull’onda di cinque o sei vittorie consecutive. Ma in uno dei momenti più delicati della storia del Bassano Calcio tra i professionisti: “Io a questi ragazzi voglio dire solo una cosa. Che servono. In campo i giocatori li sentono, in certi frangenti possono darti quell’1% in più che può far la differenza tra un pareggio e una vittoria, una sconfitta e un pareggio. Conto di rivederli al “Mercante”. Remando tutti insieme possiamo fare tanta strada”.

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