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Marco PoloMarco Polo
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Ma che giocatore è Ferretti!

Acquisto low cost , goduria immensa per i tifosi. Il fantasista, che riceve la benedizione di Pavesi, ribatte: “Devo ancora migliorare molto”. E intanto si candida come sorpresa stagionale

Pubblicato il 20-10-2011
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Incredibile come nel calcio cambiano in fretta giudizi e pareri. Questo fantastico sport ha il potere di spedirti in brevissimo tempo dalle stelle alle stalle. Ma anche viceversa. Prendete Daniele Ferretti: arrivato in sordina già agli inizi di giugno dal Mezzocorona appena retrocesso dalla C2 alla serie D. Più di qualcuno ha storto il naso al momento dell’ufficializzazione del suo acquisto. “Non sarà mica un acquisto da Bassano questo” – recitava in soldoni il tifoso-pensiero. Eppure Osvaldo Jaconi era lì che continuava a ribadire: “Date tempo a Ferretti di ambientarsi e poi giudicatelo. Del suo acquisto sono responsabile io perché so cosa può dare. Tra le altre cose ha una resistenza fisica fuori dal comune”. Beh mister, ora insieme alle responsabilità si deve prendere anche i meriti.

Il retroscena. In realtà Daniele Ferretti non è proprio un giocatore pescato nel marasma delle serie inferiori. I suoi 14 gol in due campionati in trentino avevano attirato l’attenzione niente meno che dell’Hellas Verona. Un corteggiamento infinito, trasferimento saltato sul filo di lana solo a causa di una precisa indicazione della proprietà della formazione scaligera che impose a Mauro Gibellini, direttore sportivo gialloblù, di sfoltire la rosa prima di mettere sottocontratto nuovi elementi. Una beffa atroce per l’attuale formica atomica giallorossa. Poi la chiamata del Bassano Virtus e del vecchio maestro Osvaldo Jaconi. Il mister aveva allenato proprio a Civitanova il 22enne Ferretti in Eccellenza con la Civitanovese e ben ne conosceva qualità e carattere.

Daniele Ferretti, 25 anni, è alla prima stagione in C1 (foto Roberto Bosca)


Questione di ruolo. Ferretti, appena giunto ai piedi del Grappa, era un esterno. Ma già in Coppa Italia Jaconi l’aveva spedito a surrogare Mateos sulla trequarti nel 4-2-3-1 di inizio stagione quando il centrocampista non era disponibile. Ma fu solo il primo approccio: di Ferretti si persero le tracce fino all’inizio di rinascita, suo e della squadra, individuabile nella trasferta di Bolzano. Non che in quel match il buon Daniele avesse fatto sfracelli. Ma una cosa si era capita subito: il ragazzo ha gli attributi. Piccolo ma cattivo. Irriducibile. Una volta rotto il ghiaccio è stata una progressione continua: con il Barletta a destra è stato una spina nel fianco nella retroguardia biancorossa, a Portogruaro da attaccante aggiunto ha mandato in tilt i centrali difensivi granata, infine l’apoteosi contro la Carrarese, guarda caso coincisa con il primo successo stagionale del Soccer Team. Era un bel parlare solo qualche tempo fa nella speranza che Jaconi individuasse il giocatore a cui affidare il compito di dare qualità alla manovra. In ballo c’erano Drudi e Iocolano. E invece la scelta, pienamente ripagata, del mister è ricaduta su Ferretti nella posizione di rifinitore, in attesa che anche Bonetto inizi ad esprimere sul campo tutto il suo potenziale. Ed è proprio in quella posizione libero di svariare sul fronte offensivo che l’ex capitano giallorosso nonché ex compagno a Mezzocorona stravedeva per lui. Elia Pavesi, ad oggi disoccupato in cerca di squadra, è pronto a ribadirlo: “Daniele tecnicamente è fortissimo. Ma quello che fa la differenza e l’ha portato a risalire così velocemente le categorie è la determinazione che ci mette nel fare le cose. Giorno dopo giorno ha lavorato con un’intensità pazzesca. Sono molto felice per lui: è un ragazzo molto buono, spero possa avere successo in questa avventura nel “mio” Bassano”.

Conferme cercasi. Eh già. Ferretti sa trasmettere una carica unica. La strada da percorrere è ancora lunga e si sa che il difficile è confermarsi ad alti livelli. La famosa continuità di rendimento che posseggono solo i giocatori in grado di far la differenza. Però son stati pochi i giocatori passati per il Bassano Calcio, anche in tempi di vacche grasse, in grado di abbinare in un connubio così perfetto qualità tecniche, che consentono di esser determinante dalla trequarti in su, ad una grinta ed uno spirito di sacrificio così importanti. Lo ammettiamo, un po’ ci fa strano parlare in questi termini dopo aver ammirato il mostro sacro Berrettoni rincorrere spesso e volentieri gli avversari. Lui che decideva le partite e trascinava la squadra alla vittoria. Oppure Gianni Fabiano, altro piccoletto indiavolato capace di far la differenza sia da punta esterna in un tridente che sacrificarsi in nome della squadra come esterno nel 4-4-2. Eppure in Ferretti vediamo qualcosa di speciale. Quelle corse a perdifiato a raddoppiare l’avversario in aiuto dei compagni al limite della propria area (!) hanno un che di sbalorditivo. Il diretto interessato non ha la minima voglia di scomporsi. Sa che c’è ancora troppo da dimostrare, punti da agguantare, partite da vincere: “Il mio chiodo fisso da inizio stagione è quello di dimostrare di poter valere la categoria. Il secondo di ripagare sul campo la fiducia che il mister, il direttore ed i compagni mi hanno sempre dimostrato. Il passaggio chiave della mia carriera? Se fino a 22 anni ero ancora in Eccellenza vuol dire che avevo potenzialità ma anche qualche limite. La mia fortuna è stata di incontrare Jaconi. Vi porto un aneddoto: alla prima di campionato il mister mi ha lasciato fuori. Voleva pungolarmi nell’orgoglio, vedere di che pasta ero fatto”. L’impatto con il nuovo ambiente non è stato facile. Ma Ferretti è riuscito a passare da oggetto misterioso a punto fermo: “All’inizio ho dovuto un attimo abituarmi al nuovo ambiente e alla nuova categoria. Un passo alla volta sono cresciuto nonostante la squadra non stesse attraversando un momento particolarmente brillante. E sapete perché? Perché qui ho trovato un gruppo di uomini che nonostante un curriculum invidiabile o un carisma fuori dal comune si sono sempre rivelati di un’umiltà pazzesca. Porchia, Longobardi, Mateos o anche Basso. Il capitano non parla mai a caso e sa dire la parola giusta al momento giusto”. La vittoria con la Carrarese ha dato grande slancio a tutto l’ambiente. Ma Ferretti è incontentabile: “Secondo me serve ancora qualche buon risultato per ritenersi soddisfatti. Già domenica nello scontro diretto contro il FeralpiSalò dobbiamo replicare una prestazione di grande, grandissima, intensità. Anche a livello personale so di dover migliorare e parlo soprattutto in zona gol. Perché se è vero che ho segnato 7 gol per ciascuna delle ultime due stagioni, le occasioni che ho avuto sono state molto di più. Ed è giunto il momento di aumentare la percentuale di realizzazioni”. Beh Daniele, puoi scommettere che qui non chiedono altro.

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