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Antenne puntate sul San Bassiano. In vista delle nuove schede sanitarie regionali il Comitato dei Sindaci, in accordo col coordinamento delle associazioni C.A.Sa., trasmette un documento alla Regione a tutela dell'ospedale
Pubblicato il 15-01-2018
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Tutti d'accordo. I consigli comunali dei 28 Comuni del Distretto 1 dell'Ulss 7 Pedemontana (corrispondente al territorio dell'ex Ulss n. 3) hanno aderito all'unanimità al documento stilato lo scorso settembre dal Comitato dei Sindaci, l'organismo che riunisce i rispettivi primi cittadini e che dal primo gennaio 2017 è subentrato all'ex Conferenza dei Sindaci dell'Ulss n. 3. Il documento in questione, che sarà trasmesso alla Regione Veneto, è stato predisposto in vista dell'approvazione nel 2018 da parte del consiglio regionale delle nuove schede ospedaliere e territoriali della sanità veneta. Ovvero le norme attuative che stabiliranno per il prossimo quinquennio quali saranno le dotazioni delle strutture sanitarie in ogni Ulss: reparti, apicalità (primariati), specializzazioni, servizi, posti letto. L'atto formale indirizzato al legislatore regionale è stato redatto in accordo con il C.A.Sa. (Coordinamento delle Associazioni in ambito Salute) che raggruppa da nove anni la bellezza di 43 associazioni del volontariato del territorio dell'ex Ulss 3 che rappresentano gli utenti del sistema socio sanitario e che fa da tramite tra le istanze della popolazione e la direzione generale dell'Azienda Sanitaria.
E adesso che il documento ufficiale è stato approvato dalla parte politica e amministrativa, nessuno escluso, è il momento di trasmetterlo a Venezia.
Alla conferenza stampa di annuncio dell'iniziativa, convocata in municipio a Bassano, intervengono i componenti del gruppo di coordinamento del Comitato dei Sindaci del Distretto 1: i sindaci di Bassano del Grappa Riccardo Poletto (che è anche il presidente del Comitato), di Valstagna Carlo Perli e di Conco Graziella Stefani e il vicesindaco di Romano d'Ezzelino Lorenzo Zen. Manca all'appello, perché non più in carica, Marica Dalla Valle, ex sindaco del Comune di Marostica ora commissariato e in attesa di nuove elezioni a primavera. Entro giugno, come informa il sindaco Poletto, i Comuni della parte “ovest” del territorio, vale a dire Marostica e area del Colceresa, dovranno nominare un nuovo rappresentante all'interno del gruppo di coordinamento dei primi cittadini.
Foto: archivio Bassanonet
Assieme agli amministratori pubblici intervengono anche i tre referenti del coordinamento C.A.Sa.: il presidente Lorenzo Signori, il portavoce Dario Petri e l'ex sindaco di Nove e dipendente dell'Ulss Manuele Bozzetto.
Quella che emerge dal documento dei sindaci del Bassanese e dell'Altopiano, in sostanza, è una presa di posizione che potremmo definire di “tutela preventiva” ma anche di auspicato potenziamento delle dotazioni in atto negli ospedali di Bassano e di Asiago e nelle strutture di medicina territoriale che con le prossime schede sanitarie della Regione dovranno tenere conto dei nuovi equilibri di gestione con l'ospedale di Santorso e con i servizi di territorio dell'Alto Vicentino imposti dall'Ulss unificata.
Ricordando che una nuova Ulss per l'area pedemontana in alternativa a un'unica Ulss provinciale era stata proposta dagli stessi esecutivi delle precedenti Ulss 3 e 4, il testo sottolinea tuttavia in premessa che “erano e sono vive le esigenze di garantire che dal punto di vista dell'erogazione dei servizi nulla cambi per i cittadini rispetto ai livelli di qualità delle Ulss precedenti, se non nella direzione del continuo miglioramento e dell'implementazione di ulteriori servizi”.
Per tale motivo “è opportuno vigilare e operare affinché sia sempre rispettata la pari e reciproca dignità dei vari territori con i relativi poli ospedalieri”.
Tra le altre cose, il documento afferma quindi la necessità di “chiedere alla Regione Veneto e al direttore generale dell'Ulss che sia assicurato il mantenimento delle attuali specialità e dei reparti degli ospedali, la puntuale sostituzione di primari che cessano dal servizio e di tutto il personale di professione sociale e sanitaria”.
Ancora il testo sottolinea l'esigenza di “promuovere nelle sedi opportune lo sviluppo di ulteriori “attività specialistiche” tali da poter garantire all'Ulss 7 Pedemontana potere attrattivo pari a quello delle altre Ulss del Veneto”.
Il tutto affinché “siano difese, valorizzate e condivise le eccellenze che l'Ulss 3 ha sviluppato sia in campo sociale sia in campo sanitario e nondimeno l'integrazione sociosanitaria, che da tempo è caratterizzante e qualificante il modello del Veneto”.
“Il documento - specifica il sindaco Poletto - è stato sottoposto ai 28 consigli comunali del nostro Distretto per dare forza al percorso di unificazione dell'Ulss 7 e presidiare il livello dei servizi che vengono erogati e che possono essere ulteriormente migliorati in questo territorio.” “L'ospedale di Bassano - prosegue il presidente del Comitato dei Sindaci - non è un ospedale “hub” come quelli dei capoluoghi di provincia, ma può avere funzioni da “hub” come ad esempio il servizio H24 garantito per l'Emodinamica o come per la patologia urologica nella quale abbiamo competenze elevatissime con pazienti che arrivano ormai da tutta Italia. Le funzioni “hub” vanno mantenute e potenziate, altrimenti avremo solo flussi in uscita di pazienti verso altri ospedali.”
“Va garantita - aggiunge Poletto - la sostituzione del personale in uscita e vanno risolte situazioni attualmente deficitarie come l'Ortopedia di Bassano, per la quale deve partire il bando per il nuovo primario e c'è carenza di personale medico.”
Concordi anche gli altri amministratori pubblici. “Abbiamo operato per la nascita di una nuova Ulss ridotta rispetto a un'unica Ulss provinciale perché le possibilità di dialogare con la direzione strategica sono maggiori - dichiara il sindaco di Conco Graziella Stefani, che rappresenta nel gruppo i Comuni dell'Altopiano-. Sulle funzionalità dell'ospedale di Asiago c'è una preoccupazione forte della popolazione. Siamo preoccupati e vigili, ma la scelta dell'Ulss Pedemontana è stata positiva.”
“Il nostro coordinamento - afferma il portavoce del C.A.Sa. Dario Petri - è finora unico in Italia. Tramite quattro incontri all'anno con la direzione strategica dell'Ulss portiamo le problematiche della popolazione che emergono in campo sociosanitario. Attualmente le liste d'attesa e la medicina territoriale sono le prime priorità da affrontare.”
“Il problema - rileva Manuele Bozzetto - è di prospettiva e di garanzia di servizi, anche in termini di risorse.”
“Parlando di schede si pensa solo agli ospedali - osserva il presidente Lorenzo Signori -. Ma gli ospedali sono ormai strutture per pazienti acuti e non più per la convalescenza o la lungodegenza. Bisogna porre attenzione ai servizi territoriali, la parte realizzativa della legge regionale maggiormente sentita dal cittadino. Dobbiamo cominciare a pensare all'applicazione della legge sulla medicina di territorio.”
Sindaci e associazioni, dunque, giocano in C.A.Sa.: per prevenire sgraditi depotenziamenti dei servizi sociosanitari attualmente erogati, negli ospedali e nelle strutture del Distretto, nell'area dell'ex Ulss 3.
“Abbiamo le antenne ben sintonizzate - afferma al riguardo Riccardo Poletto -. Ogni qual volta c'è una riforma nascono i timori dei cittadini sui “tagli di razionalizzazione” delle spese che possono comportare tagli di servizi. Attendiamo la bozza delle nuove schede regionali. Giudicheremo quando le vedremo.”
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