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Rubio: i tibetani scelgano capi religiosi senza interferenze
Che i destini del Bassano passino attraverso le lune propizie e talvolta pure le ire funeste di Emanuel Garcia Solar lo sanno anche i bimbi dell'asilo. La notte della mezza dozzina niente affatto sporca, interamente autografata dall'argentino contro i vecchi soci del Cgc è lì a ribadire che il Sind non è ancora in grado di staccare il cordone ombelicale che lo lega al suo asso pigliatutto. E questo un coach magari ancora acerbo a livello di prosceni assoluti ma di vivo cerebro e costante dedizione come Massimo Belligio l'ha capito da un pezzo, tanto da passare sopra qualche comportamento sopra le righe del suo sultano, che ogni tanto sclera e parte col liscio e busso verso qualche compagno (Gimenez è il suo bersaglio preferito, ma non il solo). Ma è l'atteggiamento di un giocatore vincente in Italia e nel mondo (capocannoniere con la sua Argentina all'ultima rassegna iridata, tanto per inquadrare il calibro del soggetto) e un vincente non accetta di perdere una mano di rubamazzo, figurarsi se si piega a farsi umiliare in qualunque duello ufficiale. Sportitalia ha colto al volo e l'altro giorno ne ha fatto la guest star del suo spazio settimanale in diretta consacrato alle rotelle, neanche 24 ore dopo la sua performance al PalaBruel. Tra l'altro EG che non è un bifolco qualunque spuntato dalla campagna può squadernare un curriculum extrahockey referenziatissimo, tale da spalancargli una volta smessi i pattini una luminosa carriera da manager sportivo e due dritte da lui hanno sempre un diverso peso specifico. E se a qualcuno sta cordialmente sulle scatole poichè agitatore della sommossa in spogliatoio della scorsa primavera, francamente chissenefrega, i giocatori bravi sono quelli che ti fanno vincere le partite pilotandoti a un grande playoff come a maggio, oppure che scongiurano in prima persona l'agguato viareggino di martedì in un match altrimenti segnato.
Semmai ora il Sind dovrà scovare credibili alternative al potere assoluto offensivo del dio Emanuel (tornato inoltre spietato cecchino dal dischetto, 4 su 4), primo perchè altrimenti ce lo si ritrova spremuto e con le ruote sgonfie ai playoff e secondo perchè una formazione con legittime ambizioni come Bassano non può prescindere da un unico elemento per quanto stella cometa e filante. E siccome in prima linea uno bravo, ma tanto tanto, c'è ed è Alvaro Gimenez, è essenziale che proprio lo spagnolo, pedina dai colpi e dalle giocate limpide e acclarate, recuperi quella garra che l'ha eletto per anni finalizzatore principe al Forte dei Marmi e implacabile bucaniere. Anche perchè, almeno a oggi Mauro Dal Monte tra i pali sta riuscendo nella complicatissima impresa (emotiva e tecnica) di non far rimpiangere un grammo quel monumento vivente e gran fusto di Massimo Cunegatti (oh, Mauretto, però, non smentirmi domani...), Zen e Bolcato se non devono convivere col termometro come coi toscani, sono due garanzie, Campagnolo è cambio affidabile (ma torna a stangare dalla lunga però, il tuo piatto preferito) e Aguaron, beh, Aguaron ha tutto per diventare una star della pista nel prossimo quinquennio: impetuoso e ciclonico, deve solo dosare la sua smisurata voglia di fare e strafare, ma senza Agua non c'è vita e senza Agua Bassano è morto. Eppoi ogni tanto la carta del Maranga avrebbe un suo perchè. E dunque le seconde e le terze punte questo Sind ce l'ha per non essere perennemente imboccato da babbo Garcia, ma per qualcuno sta già suonando la sveglia. Di più, il campanone.
Emanuel Garcia, star del Sind Bassano (FOTO ROBERTO BOSCA)
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