Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

La Banda Tassotti

Presentata la 9° edizione di “Remondinia”, in programma il prossimo fine settimana a Villa Rezzonico. E grazie a uno scatenato Giorgio Tassotti viene lanciato un appello per il rilancio del nome dei Remondini e del Museo a loro dedicato

Pubblicato il 15-10-2024
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Eccola qua, la Banda Tassotti. La fantastica Banda Tassotti, aggiungo.
Ovviamente Giorgio Tassotti, il grande imprenditore bassanese delle stampe e della carteria d’arte, Premio Città di Bassano del Grappa nel 2013, è solo uno dei protagonisti dell’evento che viene presentato agli organi di informazione in una delle sontuose sale di Villa Rezzonico.
Ma dall’alto dei suoi “novanta anni e mezzo”, come sottolinea con orgoglio ricordando la sua età, può a pieno diritto rappresentare il gruppo di cultori, appassionati e studiosi del settore grazie al cui impegno viene resa possibile l’effettuazione dell’appuntamento di cui all’oggetto.

Flavio Reffo, Gilberto Padovan, Mario Guderzo, Giada Pontarollo, Giorgio Tassotti, Bernardo Finco (foto Alessandro Tich)

La conferenza stampa è stata convocata per la presentazione di “Remondinia”, la mostra mercato di libri e stampe antiche e moderne - organizzata dall’Associazione Scuola di Grafica Remondini in collaborazione con la Villa ospitante e con la Pro Bassano e giunta alla 9° edizione - che si terrà sabato 19 (ore 10 - 17.30) e domenica 20 ottobre (ore 9.30 - 16) a Villa Rezzonico.
Il maestro di cerimonie dell’incontro con la stampa non può essere che Flavio Reffo: uno che di stampa, nel senso di arte grafica, se ne intende.
Co-fondatore assieme a Giorgio Tassotti, ad Andrea Minchio, a Fabio Fiorese e ad altri dell’Associazione Scuola di Grafica Remondini, è lui l’ideatore nonché l’anema e core di “Remondinia” (nome completo: “Remondinia. Bild-Druck-Papier”) che organizza e segue sin dalla prima edizione che fu allestita nel chiostro del Museo Civico.
Reffo ricorda che nel 1657 il capostipite della dinastia imprenditoriale dei Remondini, Giovanni Antonio, si stabilì a Bassano e che i Remondini costruirono il loro impero di stampatori e anche, come si direbbe nel linguaggio attuale, di editori nel ‘700.
Vale a dire nello stesso secolo in cui Villa Rezzonico fu edificata su quella che allora si chiamava la “Via Nova”, diventando un incrocio di incontri internazionali, per opera di una famiglia che ha consegnato alla storia anche un pontefice, quel Carlo Rezzonico salito al soglio pontificio nel 1758 con il nome di Clemente XIII.
È il fil rouge temporale che collega i Rezzonico ai Remondini ed è questo, ufficialmente, l’argomento per il quale siamo convenuti qui.
Ma in realtà l’incontro stampa, grazie ad uno scatenato e imprevedibile Giorgio Tassotti, offre l’opportunità per lanciare un appello al Comune di Bassano del Grappa, rappresentato nell’occasione dall’assessore alla Cultura Giada Pontarollo, per il rilancio del nome dei Remondini e del Museo a loro dedicato a Palazzo Sturm.

Ma come fanno i bravi giornalisti, parliamo innanzitutto della notizia per la quale siamo stati convocati all’incontro.
“Remondinia” è una mostra mercato che riunisce espositori (saranno una ventina in tutto) del collezionismo cartaceo, a ingresso libero.
Accanto alle stampe remondiniane, saranno esposte stampe di importanti collezioni private, opera di incisori calcografi e xilografi. Tra le altre cose - oltre ad edizioni rarissime dell’editoria, dagli incunaboli ai libri d’artista - la prestigiosa vetrina esibirà esemplari unici di oleografie colorate di fine Ottocento, libri con cromolitografie a 15 colori, esempi di invenzioni cartacee con giochi, immagini ed altre tipologie di prodotti stampati.
In programma anche dimostrazioni tecniche di calcografia e xilografia.
Insomma: nel prossimo fine settimana Villa Rezzonico diventerà La Casa di Carta. Altro che Netflix.
Ma non è tutto: sarà visitabile anche una suggestiva mostra di incisioni della città di Bassano, realizzate dall’artista Guido Albanello per l’editore Gilberto Padovan, quest’ultimo presente alla conferenza stampa.
Scegliendo soggetti e inquadrature, Padovan ha fornito il materiale fotografico di scorci e vedute che Albanello, paziente come un miniatore, ha saputo trasformare in 19 disegni a china di pregevolissima e precisissima fattura.
Il proprietario di Villa Rezzonico Bernardo Finco, che più tardi Mario Guderzo definirà “mecenate illuminato”, afferma: “Riannodiamo il filo tra i Rezzonico e i Remondini.”
Finco rivela che il materiale iconografico per celebrare l’elezione a Papa di Clemente XIII venne stampato proprio dai Remondini. Poi, sempre in materia di stampa, mostra il raro e prezioso pezzo unico di un’incisione dedicata a Papa Rezzonico e realizzata nientemeno che su seta bianca. E in fatto di arte e di cultura dichiara: “Questi sono i nostri giacimenti petroliferi in Italia.”
E a proposito di tesori culturali del territorio, l’assessore alla Cultura Giada Pontarollo traccia un parallelo tra l’importanza di Villa Rezzonico e il richiamo del Monastero di Santa Croce a Campese che lo scorso fine settimana, per le giornate del FAI, è stato visitato da tremila persone.
Poi la campesana Pontarollo segnala anche con piacere, tra la cartelle posate sul tavolo delle raccolte storiche di stampe realizzate dalla Scuola di Grafica Remondini, quella dedicata al poeta macaronico mantovano e campesano ad honorem Teofilo Folengo, alias Merlin Cocai.
S’illumina d’immenso l’instancabile animatore culturale Otello Fabris, l’uomo che sussurra al Folengo, presidente dell’associazione degli Amici di Merlin Cocai, seduto tra le file del pubblico.
Ma ecco che irrompe sulla scena un signore di novanta anni e mezzo: Giorgio Tassotti.

“Sono arrivato a un’età che posso dire quello che voglio”, è la battuta di esordio dell’imprenditore che fa fremere la mia penna e il mio bloc notes.
Tassotti ricorda “di aver fatto la scuola di grafica” e rammenta che nel 2007 la sede dell’associazione avrebbe dovuto trovare posto nel Museo Remondini, a Palazzo Sturm, appena inaugurato. Il lavoro era stato impostato da Mario Guderzo, allora direttore del Museo, ma poi la direzione museale è cambiata e, sbotta Tassotti, “non se ne è fatto più niente”.
“Abbiamo dimenticato i Remondini, abbiamo dimenticato anche il Museo Remondini”, incalza.
Poi Giorgio Tassotti, indirizzando il suo messaggio all’amministrazione comunale nella figura dell’assessore Giada Pontarollo che siede accanto a lui, parte in quarta:
“Bassano è la città dei Remondini. Finiamola di dire che Bassano è la città di Canova e di Da Ponte! Ah, stavo per dimenticarmi: anche degli Alpini!”.
Un minuto netto di pura adrenalina.
Segue l’intervento del più diplomatico dottor Mario Guderzo che ricuce subito i fili delle eccellenze museali ricordando “le tre glorie del nostro Museo” e cioè “Jacopo Bassano, il Canova e i Remondini”. Par Condicio ricostituita.
Quindi, rivolgendosi ancora a Giada Pontarollo, sottolinea: “Sul Museo Remondini, caro assessore, vale investire moltissimo.”
“Dobbiamo risvegliare questa attenzione perché è un Museo sorprendente - aggiunge Guderzo -. Con le loro stampe e con le vedute ottiche, che hanno anticipato il cinema, i Remondini hanno fatto conoscere Bassano nel mondo. È un argomento internazionale che merita una doverosa attenzione.”
Fine della conferenza stampa con gli interlocutori del mondo della stampa d’arte.
Più stampa di così, non si può.
Villa Rezzonico è allestita, la fantastica Banda Tassotti è pronta ed agguerrita: e “Remondinia” sia.

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