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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Tasc Force

Non riceviamo, e pubblichiamo, l'intervento di risposta al nostro articolo “Partito Monocratico” del segretario del Partito Democratico di Bassano del Grappa Luigi Tasca

Pubblicato il 10-05-2018
Visto 5.205 volte

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Di solito, per articoli di questo genere, si inizia con la formula standard: “Riceviamo e pubblichiamo...”. In questo caso però non posso scriverla, perché il vostro umile cronista - che è l'oggetto della comunicazione - non ha ricevuto niente. Nel senso che il mittente non me l'ha direttamente trasmessa: eppure la mia email personale e il mio numero di telefono con Whatsapp incorporato li conosce.
Il mittente in questione è Luigi Tasca, segretario del Partito Democratico di Bassano del Grappa. Il quale, come è giusto che avvenga nella dialettica democratica, ha scritto un intervento di risposta al mio articolo “Partito Monocratico” nel quale ho replicato a una sua argomentazione postata su Facebook secondo la quale sulla vicenda del Ponte di Bassano io starei dando un'informazione parziale.
L'intervento di Tasca si intitola “La mia risposta all'articolo di Alessandro Tich, con la speranza e l'augurio di alimentare un dibattito positivo nella nostra piccola, grande, amata Bassano” e parte con l'incipit “Gentile Direttore Tich...”.

Il segretario del Partito Democratico di Bassano Luigi Tasca (fonte immagine: Facebook / Luigi Tasca)

Solo che, allo scrivente Alessandro Tich, questa sua risposta non è arrivata.
Perché il segretario cittadino del PD l'ha direttamente postata, l'altro ieri martedì 8 maggio, sulla sua pagina Facebook. Non mi ha indirizzato direttamente, come vuole la consuetudine, la sua comunicazione di controreplica a quanto da me scritto: si è fatto un selfie. Devo pertanto ringraziare i miei soliti “segnalatori”, ben più avvezzi del sottoscritto alla frequentazione nei social, che mi hanno rigirato il link del post del segretario del PD, di cui altrimenti non mi sarei accorto.
Come leggerete, dalle parole di Tasca ho innanzitutto l'onore di apprendere che il nuovo mostro in prima pagina sono io. E questo perché - nel concludere il testo di “Partito Monocratico” e rivolgendomi al segretario politico del partito di maggioranza del governo cittadino - avevo scritto la seguente frase: “Le confermo che continuerò a svolgere il mio lavoro secondo il progetto esecutivo da me stesso redatto e approvato: con una trave reticolare in acciaio inox impiantata a sorreggere la mia schiena.” Una metafora che porta il segretario PD a immaginarmi nientemeno che come un “novello Frankenstein” (e no “Frankestein” come scrive lei, caro Tasca), riconoscendo comunque che la mia schiena “è in grado di stare ben diritta da sola, senza travi, appoggi o incastri”.
Di seguito l'esponente politico entra più dettagliatamente nel merito del progetto di restauro del Ponte, al termine della cui analisi svolge un approfondimento d'indagine degno di “Agente 007 - Missione Tichfinger” nel rilevare le tempistiche del mio articolo “The End”, quello delle quasi 46.000 letture. Alla fine conferma la sua tesi di informazione “non imparziale” di Bassanonet affermando che con quello che scrivo “tramuto le versioni in fatti”.
Ringrazio Tasca per avermi fatto idealmente ringiovanire di molti anni: non tramuto o non traduco versioni, infatti, dai tempi in cui studiavo Latino a scuola.

Tutto ciò premesso, quindi, non riceviamo, e pubblichiamo integralmente di seguito, l'intervento di risposta al mio articolo del segretario del Partito Democratico di Bassano del Grappa Luigi Tasca:

La mia risposta all'articolo di Alessandro Tich, con la speranza e l'augurio di alimentare un dibattito positivo nella nostra piccola, grande, amata Bassano.

Gentile Direttore Tich,

La ringrazio innanzitutto per lo strappo alla regola riservatomi nel rispondere al mio post su Facebook: un dibattito pubblico non può essere mai portatore di negatività se disegnato con il rispetto e la civiltà che i ruoli impongono.
Mi consenta innanzitutto di immaginarla come una sorta di novello Frankestein, viste le modalità da lei redatte e approvate che prevedono la sua schiena irrobustita da una trave in acciaio. Lo faccio non senza sorridere, e non senza rilevare che la sua schiena non ha bisogno di essere sorretta da alcunchè. E’ in grado di stare ben diritta da sola, senza travi, appoggi o incastri.
Mi permetto di affermarlo senza correre il rischio di incappare nel reato di piaggeria. Confesso di essere un divoratore accanito di informazione locale, prevalentemente scritta. Ne consegue che i suoi articoli li ho sempre letti con l’attenzione che meritano: figli di uno sguardo acuto sulla città, puntuti, divertenti il giusto.
Ed è per questo che il mio post su Facebook porta l’incipit “Francamente, e lo dico con estremo dispiacere…”
Ma veniamo alle cause del dispiacere. Avrà sicuramente notato che nelle tre/3 righe del già citato post non c’è alcun mio accenno alle questioni sostanziali del restauro (o finora mancato restauro) del Ponte.
Non perché non siano importanti, non se ne possa parlare o non mi interessino, ma perché sono materiale squisitamente giuridico e tecnico. E non materiale giuridico e tecnico presentante carattere univoco, ma oggetto di dibattito tra il Comune che sostiene una versione e la ditta ex appaltante che ne sostiene un’altra.
Come ben sappiamo questa differenza di vedute (a meno di retromarce clamorose) si trasferirà dalle colonne dell’informazione locale o dei social network dritto dritto verso la sezione civile del Tribunale di Vicenza. Solo lì le contestazioni, i documenti, le colpe presunte troveranno sostanza nei fatti.
Ed è su questo punto che il suo racconto dell’ultimo mese circa cade su una falla a mio avviso piuttosto profonda: viene sì riportata correttamente la versione del Comune ma, come Lei stesso scrive nella lettera a me indirizzata, fanno seguito i suoi commenti. Commenti si badi bene, non virgolettati della ditta appaltatrice o la voce critica di qualche architetto ex consigliere comunale che sposano, legittimamente, quella causa.
Mi perdoni allora la domanda Direttore, fa parte anche Lei di quell’agguerrito manipolo che negli ultimi due anni ha conseguito positivi risultati accademici nel campo dell’ingegneria, dell’architettura e della giurisprudenza? Ed è anche Lei così convinto che questi studi siano in grado di farle determinare che Possagno impresa batte Bassano comune?
Facciamo allora un riassunto dei fatti e non delle versioni di parte:
-E’ un fatto che l’amministrazione del Sindaco Poletto il giorno dopo l’insediamento della Giunta si è da subito prodigata per il reperimento dei fondi necessari al restauro, riuscendoci in tempi rapidi? Si, è un fatto.
-E’ un fatto che la ditta che si è aggiudicata l’appalto era stata prima esclusa dalla commissione di gara e poi riammessa nel ping-pong tra TAR e Consiglio di Stato, dimostrando innegabile volontà e grinta per aggiudicarsi il lavoro così come descritto dal progetto definitivo? Si, è un fatto.
-E’ un fatto che il progetto del restauro del Ponte degli Alpini sia stato validato da Ministero, Regione, Sovrintendenza, Genio Civile, Comune e condivisione con CISA Palladio? Si, è un fatto. Si sono sbagliati tutti? Penso, mi auguro e spero di no, ma non lo posso affermare con sicurezza, non è un fatto.
E’ per questo che mi suona strano leggere le sue disquisizioni giuridico-ingegneristiche, così salde e sicure, portatrici di FATTI(?!).
Io spero vivamente che Tich si sbagli, se non altro nella convinzione, questa si reale, che se il Comune, il Genio Civile, la Sovrintenza, la Regione, Il Ministero dei Beni Culturali e CISA Palladio non dovessero aver ragione, a rimetterci saranno le casse del Comune, il portafoglio dei bassanesi.
E concludo con un altro fatto. Bassanonet ha fatto il botto: l’avere informazioni di prima mano, in tempo reale, del carteggio Bassano-Possagno e viceversa è una medaglia da appuntare e nessuno glielo potrà mai rimproverare. Anzi.
Solo che bisognerebbe stare attenti a non esagerare. Nel suo articolo “The End” si fa riferimento ad una pec inviata da Possagno a Bassano datata venerdì 27 aprile. Si omette l’orario, particolare assai rilevante trattandosi di pec inviata a ufficio pubblico. Chiunque mastichi di uffici comunali sa che il venerdì intorno alle 13:30 suona la campanella, ci si rivede il lunedì e le stanze e i corridoi diventano il Deserto dei Tartari. Un deserto però in cui non c’è nessun tenente Drogo ad attendere, tanto truppe nemiche quanto pec.
Soprattutto se le pec arrivano verso l’ora del thè e nessuno in Comune avrebbe potuto inzupparvi il biscotto prima del lunedì successivo.
Ora, io non conosco le traiettorie sghembe che una pec inviata alle 17:00 circa di venerdì 27 potrebbe compiere nel tragitto Possagno-Bassano ma il fatto che alle 00:34 di sabato 28 “The end” sia online, prima ancora che in Comune abbiano aperto la pec su cui è costruito l’articolo, francamente…
Francamente concordo con Tich, a me, al PD, non piace un’informazione uniformata, gradita ad ogni tipo di palazzo o sede di partito e in quanto tale monocratica: ci piace un’informazione che difenda le proprie fonti, ma che non tramuti le versioni in fatti.

Con rinnovata stima

Luigi Tasca

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