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Con l'autunno sono riprese le residenze artistiche al CSC Garage Nardini, il centro della scena contemporanea di Bassano del Grappa, che mette a disposizione degli artisti locali, nazionali ed internazionali un tempo ed uno spazio per portare avanti la loro ricerca artistica.
Dal 10 ottobre la danzatrice e coreografa di origine polacca Kateřina Dietzová e il musicista olandese Jelte Van Andel, con il suo ukulele, sono dunque al CSC per lavorare al loro nuovo progetto coreografico, dove il movimento e il ritmo sono i cardini di una ricerca comune.
Lei, Kateřina Dietzová, è una coreografa e danzatrice della Repubblica Ceca, attualmente con sede ad Amsterdam. Ha studiato danza e coreografia presso il Centro Duncan a Praga (CZ) e all’SNDO di Amsterdam (NL). Da allora ha lavorato come danzatrice e performer per diversi coreografi come Giulia Mureddu, Tabea Martin, Sumako Kosek e come teacher al progetto Dance for Helath di Rotterdam. Successivamente si è concentrata principalmente su progetti riguardanti l'improvvisazione e le proprie creazioni. Nel 2013 un suo assolo è stato scelto da Dansateliers ed è stata seguita da un progetto di ricerca e sviluppo, che ha presentato marzo 2014.
Kateřina Dietzová e Jelte Van Andel durante le prove al Garage Nardini di via Torino
Jelte ha studiato contrabbasso e violoncello al Conservatorio Reale dell'Aia, (NL) specializzandosi nel repertorio contemporaneo e in improvvisazione. Accanto al lavoro con diversi ensemble di musica, Jelte è compositore, performer e coinvolto come artista creativo in diverse produzioni di musictheater- e di danza. Ha collaborato tra gli altri con Boukje Schweigman, Tabea Martin, Jakop Ahlbom e Merel de Groot.
Da qualche anno Kateřina e Jelte lavorano insieme incrociando le loro esperienze.
Nella loro residenza artistica bassanese, hanno concentrato la loro ricerca su quello spazio di condivisione, durante un processo creativo, che coinvolge un musicista e un danzatore.
“L’indagine – racconta Katerina - si concentra sul fenomeno di un corpo vivo, il quale passa attraverso esperienze, reagisce, prova a nascondere o mostrare il mondo interiore. Ma ovviamente ognuno di noi ha un punto di vista diverso.”
Se infatti per Katerina il focus è l’azione, il movimento; per Jelte è il tempo, il ritmo.
Nota particolarmente curiosa è che uno degli strumenti della loro ricerca sulla partitura, (musicale e coregrafica) è una vecchia canzone di Giorgio Gaber, del 1968, Una stazione in riva al mar, meno nota anche in Italia.
Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti.
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