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L’arrivo di Mauro Corona alla libreria La Bassanese e successivamente al teatro Montegrappa a Rosà era atteso da un fiume di persone.
Tantissime, di qualsiasi età, raccolte ad ammirare questo personaggio del monte con la barba sparata, l’immancabile sigaro in bocca e il fare spontaneo, a tratti imbarazzato (forse), dall’eccessiva popolarità.
Ci si chiede cosa abbia di tanto speciale Corona per riempire i teatri come una Rock Star. Forse il suo fare e il suo stile così semplice, alla portata di tutti. I suoi racconti così strettamente legati alla natura e alle tradizione quasi fossero un’ancora di salvezza dal turbinio del pensiero odierno.

L'"assalto" della gente a Mauro Corona alla libreria La Bassanese (foto di Giampaolo Giacobbo)
Mauro Corona non si risparmia e tra una battuta e l’altra racconta se stesso anche con tutte le sue debolezze. Per una volta sembra voler mettersi a nudo scavalcando il personaggio rude che ha sempre interpretato e per riproporsi con una veste più sincera. Appare esausto dal successo e dalla fama sebbene questo gli consenta di mantenere all’università i suoi figli. La scrittura è la sua via di fuga e attraverso i libri trova il coraggio per esporsi come mai sarebbe riuscito di persona. Ha un tono rassicurante, e distribuisce perle di saggezza per vivere meglio invitando tutti a non prendersi troppo sul serio. A quanti gli chiedono autografi e fotografie ricordo si rivolge con imbarazzo “non fatemi fare la star”. Usa la scrittura per scagionarsi da un comportamento eccessivo nei tempi passati. “Ho smesso di bere”, racconta, forse però non ci crede nemmeno lui fino in fondo.
Un personaggio affascinante ma misterioso, che conta migliaia di fan in tutta la penisola, interessante strumento di business per le case editrici importanti alle quali, al di là di quanto dice, ancora si...dona.
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