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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Che vittoria! Giù il cappello!
I giallorossi asfaltano la Fermana. Tronco spacca la partita, doppietta di Diop e gol di Minesso. E’ la svolta invocata da Colella? Al Mercante scrosciano gli applausi
Pubblicato il 17-02-2018
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BASSANO-FERMANA 4-0
Bassano Virtus (4-3-2-1): Grandi 6,5; Bonetto 6,5, Pasini 7, Bizzotto 7, Karkalis 7,5 (st 29’ Stevanin 6), Zonta 6, ( st 39’ Fabbro sv), Botta 6, Proia 6,5, Tronco 8 (st 16’ Gashi 6), Minesso 6,5, Diop 7,5.
Show giallorosso al Mercante
A disp. Costa, Laurenti, Bortot, Zarpellon. All. Colella
FC Fermana (4-4-2): Valentini 6; Clemente 6,5, Gennari 5,5 (st 38’ Mané 6), Ferrante 6, Sperotto 6,5; Petrucci 6,5, Urbinati 6 (st 16’ Capece 6), Misin 6,5, Maurizi 6 (st 35’ Ciarmela 5,5); Cremona 6 (st 16’ Lupoli 5), Da Silva 6,5 (st 16’ Sansovini 6,5).
A disp. Ginestra, Camilloni, Saporetti, Rossetti, Favo, Gireco, Equizi. All. Destro
ARBITRO: Miele di Nola
RETI: st 3’ Tronco (BV), st 12’ Diop (BV), st 38’ Minesso (BV), st 42’ Diop (BV)
NOTE: -
SPETTATORI: 800
AMMONITI: Pasini , Tronco , Gennari
ESPULSI:
ANGOLI: 10-5
RECUPERO: pt 0’; st 3’
Bassano del Grappa. Giovanni Colella alla vigilia ha chiesto la partita della svolta. Il tecnico invoca un cambio di marcia, fa bene, ma quello che stupisce è che ha ha il coraggio di farlo nonostante una caterva di indisponibili (all’ultimo anche anche Andreoni da forfait). Se il condottiero è coraggioso è facile che lo sia anche la squadra. Il risultato è stupefacente: un 4 a 0 forse troppo pesante per la Fermana ma la vittoria è indiscutibile. A matare i gialloblù è l’exploit di Alberto Tronco. Fantastico, come in una favola. Dopo due anni ai margini, un po’ come Bortot, il talentuoso di Bassano del Grappa spacca la partita con un gol da fuoriclasse, bomba all’incrocio, e un assist al bacio, col mancino, per Diop. Aggiungiamoci pure gli altri giovani Zonta, Bonetto e Costa e le certezze Bizzotto e Stevanin: è una squadra home made. E’ bello e significativo ricordarlo nel giorno in cui la Berretti giallorossa infligge una netta sconfitta nel Derby contro il Vicenza. Two is mejo che one. In questo momento Colella è come Re Mida: tira fuori il talento di tutti i giocatori che allena. E si cruccia con netto fastidio se si parla dei tanti assenti. Un altro allenatore si prenderebbe ulteriori meriti, lui no. Lui dice che “preferisco avere tredici giocatori che corrono alla morte piuttosto che venticinque che passeggiano”. Come dargli torto? Se questa squadra ha trascorso metà campionato passeggiando non è certo colpa sua, l’aver ottenuto risultati dovendo risollevare la tenuta atletica è doppiamente un merito. Se poi pensiamo da che pozzo nero ha fatto riemergere i giallorossi la situazione attuale prende ancora più risalto. Il lavoro è stato tanto sull’intensità quanto mentale/motivazionale e tecnico, non si vincono le partite solo correndo ovviamente. La rosa giallorossa non è mai stata tanto valorizzata in ogni suo componente esaltando le scelte compiute in sede di mercato: banalmente non si trasformano ronzini in puro sangue.
Prendere le misure Bassano e Fermana stanno, al netto degli infortunati, fisicamente bene. E si vede. I ritmi del confronto sono subito altissimi ma di pari passo crescono si verificano errori di precisione e il numero dei falli. Nel primo quarto d’ora la gara è molto spezzettata proprio a causa dell’irruenza delle due squadre nel cercare di rubare la palla agli avversari. Due tre volte il portatore di palla è troppo lento, Botta da una parte, diversi giocatori sulla sponda fermana, e Da Silva e Tronco danno il là a pericolosissime azioni di contropiede. Al 14’ ecco l’azione da gol più clamorosa del primo tempo. Buco difensivo giallorosso sulla destra, Urbinati mette in mezzo per Petrucci a cui non bastano sette metri e rotti di porta per portare in vantaggio i suoi! L’occasionissima scuote il BV dalle fondamenta. La mezzora successiva è di marca quasi esclusivamente bassanese. Diop, Proia, Tronco scagliano dardi avvelenati verso la porta di Valentini che in un modo o nell’altro si salva. Il colpo di testa di Bizzotto sugli sviluppi di un corner fa gridare al gol ma è solo un’illusione.
Uno spettacolo Al 3’ della ripresa ecco un picco d’emozione di quelli che fanno ringraziare i numi perché ci hanno donato il calcio. Alberto Tronco si mette in proprio e lascia partire un siluro terrificante con tanto di effetto a scendere. La palla s’infila proprio nel sette. Che emozione! Dieci minuti più tardi lo stesso fantasista scodella al bacio per Diop: 2 a 0. Festa grande. Il Bassano è solido, Karkalis si sdoppia nel contenere l’avversario più pericoloso, Petrucci, e ad appoggiare l’azione offensiva: lo fa benissimo e al momento del cambio con Stevanin, esce perché stremato, anche chi non è mai stato tenero con lui si lascia andare ad un lungo applauso riconciliatore. Un altro che è trasformato è Diop. Il senegalese brucia di nuovo la difesa sull’assist di Stevanin e conquista il rigore che Minesso trasforma raffreddando le velleità marchigiane di riaprire la contesa anche grazie agli ingessi di Lupoli e Sansovini. Non contento l’attaccante sfrutta un bel pallone di Fabbro per siglare la sua personale doppietta, quasi al 90’. Alla fine chiediamo ad Abu cosa è cambiato. La risposta è una parola: “Lavoro. Colella ha cambiato metodologia e sopratutto ha cambiato mentalità. Ora siamo una squadra vera”.
b>Sala stampa “Le partite sono come le bottiglie – dice scherzosamente Giovanni Colella – se non togli il tappo, non si beve. Tronco con il suo gol ha “stappato” la partita. Secondo me meritavamo di sbloccarla già nel primo tempo. Ci sono voluti quindici minuti per prendere le misure. Oggi avevamo diversi giovani in campo, sono doppiamente contento per questo. Anzi,la cosa che mi rende più felice è che i ragazzi hanno dimostrato con i fatti quello che io vado dicendo con le parole: non importa chi è fuori perché chi gioca è all’altezza della situazione. Non cito Tronco perché sarebbe troppo facile (splendido l’abbraccio tra i due dopo il dol dell’uno a zero) bensì Bonetto. Emergenza infortuni? Preferisco avere tredici ragazzi che corrono piuttosto che venticinque giocatori che passeggiano”. Alberto Tronco la vede allo stesso modo: “Per me è stato un sogno battezzare così la prima da titolare in campionato, con la maglia della squadra della mia città. Ho pensato subito a mio papà che era in tribuna. Durante la settimana e prima della partita non ho avvertito alcuna pressione, ho pensato solo a giocare e a farmi trovare pronto. Cosa è cambiato? Il mister. Io ho sempre lavorato con grande ardore ma Colella mi ha trasformato dandomi tanta fiducia, lo devo ringraziare, gli devo tanto perchè ha creduto in me”.
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