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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Errare Asparagum Est

Alla faccia della comunicazione: strafalcioni, omissioni e sviste nel dépliant ufficiale della manifestazione “Asparagus Bassano” svoltasi al Museo Civico

Pubblicato il 25-04-2017
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Domanda: cosa serve ad una buona comunicazione, relativa ad un evento da comunicare? Sintesi e immediatezza, innanzitutto. Ma anche, e soprattutto, attenzione al contenuto comunicato. Errori e sviste sono sempre in agguato dietro l'angolo. E quando sbucano, per l'efficacia della comunicazione sono dolori.
Me ne rendo conto dopo aver preso in mano il dépliant ufficiale della manifestazione “Asparagus Bassano”, svoltasi da sabato scorso fino ad oggi al Museo Civico di Bassano del Grappa. Scopo dell'appuntamento - promosso e organizzato dal Consorzio Tutela Asparago Bianco di Bassano Dop, in collaborazione con il Gruppo Ristoratori Bassanesi di Confcommercio e con Coldiretti Bassano - è stato quello di creare un “evento-degustazione delle eccellenze agroalimentari del territorio”, dall'Asparago Dop alle altre tipicità della zona. Il tutto incastonato nella insolita e prestigiosa ambientazione del Museo.
Con un programma fitto di incontri, degustazioni, show cooking nel chiostro, concorsi, talk show, più un'esposizione dei prodotti tipici nelle sale della Pinacoteca.

Il dépliant di "Asparagus Bassano" (foto Alessandro Tich)

Di tutto e di più, dunque, nel nome della valorizzazione dell'agroalimentare di casa nostra e della tanto sbandierata promozione del territorio.
Ma gli “utenti” del territorio, e cioè i turisti e i visitatori recatisi in rassegna, che tipo di informazione hanno ricevuto al riguardo? A giudicare dal dépliant, distribuito all'ingresso del Museo e nel fine settimana anche da un banchetto promozionale in piazza Garibaldi, l'impressione è quella di una comunicazione, per usare un eufemismo, imprecisa.
A cominciare dal primo svarione pubblicato nell'opuscolo, che più che a un errore di stampa assomiglia molto di più a un incidente diplomatico.
Nelle due pagine dedicate alle aziende espositrici nella sala del Seicento/Settecento del Museo, è indicato anche il nome e il logo della Distilleria Nardini. Peccato che sotto il nome di Nardini sia stampato l'indirizzo internet www.poligrappa.com. Ovvero il sito internet della Distilleria Poli di Schiavon, pure presente come espositore alla rassegna.
È come mescolare il diavolo all'acqua santa. O, se preferite, all'acquavite.
Ma c'è di più: le due celebri aziende concorrenti (fiction a parte) di produzione della grappa, nel dépliant cambiano persino denominazione. Vengono infatti presentate, con assoluta par condicio di inesattezza, come “Disitilleria Poli” e “Disitilleria Nardini”.
Non vorremmo che l'anonimo (in quanto non indicato, come vorrebbe la prassi) compositore grafico della brochure, prima di procedere all'impaginazione, abbia bevuto qualche "disitillato" di troppo.
Sviste e refusi minori a parte, colti qua e là tra i minuscoli caratteri dei testi di presentazione delle altre ditte espositrici, un altro strafalcione tipografico con la “S” maiuscola compare nelle schede di presentazione dei quattro chef protagonisti dello show cooking “Contaminazioni”. Nella scheda relativa a Marco Bottega, chef e proprietario del ristorante gourmet “Aminta” (I Stella Michelin), il testo si conclude infatti così: “Cucina che però diventa nuova e creativa con l'aiuto di una”.
Una che cosa? Ai posteri l'ardua sentenza. Con la speranza che Bottega, star emergente dei fornelli italiani, in qualche modo non se ne sia accorto.
Ciliegina finale, in retrocopertina, il ringraziamento ai Comuni per il loro patrocinio.
Tra i quali si leggono i nomi dei Comuni di “C artigliano”, “C assola”, “M ussolente”, “Pove d el Grappa” e “Tezze s ul Brenta”. Un inedito, quanto imbarazzante esempio di toponomastica a singhiozzo.
Della serie: Errare Asparagum Est, Perseverare Autem Diabolicum.
Errori ed omissioni che, tra le sale della rassegna al Museo, non sono passati di certo inosservati, con commenti e battute commisurate alla bizzarra amenità dell'argomento.
E arrivate inevitabilmente alle orecchie del vostro umile cronista.
Ce n'è quanto basta per mettersi le mani tra gli asparagi, nella misura in cui la tanto decantata attrattività del territorio dipende anche dalla chiarezza dei messaggi comunicati e, non da ultima, dalla sua comprensione grammaticale.
Agli organizzatori di “Asparagus Bassano” non ci resta dunque che dare un amichevole consiglio non richiesto. Per la prossima edizione della manifestazione, oltre alle figure già coinvolte nell'organizzazione dell'evento, vedano di avvalersi anche della collaborazione di un professionista in più: un bravo correttore di bozze.

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