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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Il "Tich" nervoso

Quando il nome è un destino

A proposito della chiusura dello storico Caffè Italia di Bassano

Pubblicato il 19-04-2013
Visto 7.134 volte

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Tra i luoghi desolatamente chiusi del centro storico di Bassano del Grappa, ce n'è uno più desolatamente chiuso degli altri. Perché non si tratta di un locale qualsiasi, ma dello storico Caffè Italia. Ubicato in piazzale Giardino nel punto più panoramico della città, sotto la Torre delle Grazie e davanti all'ultimo tratto del belvedere di viale dei Martiri, è stato da sempre un'attrazione per visitatori e turisti. Una targa del Comune, affissa sulla parete a nord, ricorda come nel 1834 la grande scrittrice francese George Sand “sostò in questo caffè e trascorse a Bassano una deliziosa mattinata, ricordandola come una delle più grandi fortune che possano capitare ad un viaggiatore”. Un'altra lapide, sulla parete che guarda il piazzale, rammenta come in questo caffè “piacevolmente sostava Cesco Baseggio,...inimitabile interprete del mondo goldoniano”. Insomma: un posto collocato in una posizione incomparabile, che trasuda storia e memorie di grandi personaggi, come il Caffè Centrale di Asolo.
Attualmente, di tutta questa storia, resta solo la testimonianza di un locale vuoto. L'ultimo titolare, Christian Lorenzato, ha chiuso i battenti e pochi giorni fa ha aperto un nuovo bar in via Vittorelli a pochi metri dalle piazze. Scrivendo la parola “fine” a quella che è stata invece un'infinita storia di problemi, di burocrazia e di disagi, iniziati nel 2010 con il travagliato cantiere dei lavori di restauro della Torre delle Grazie e delle Mura, che hanno “circondato” letteralmente il Caffè, con l'utilizzo anche di alcuni spazi interni del locale: lavori prima interrotti, poi bloccati, poi riaffidati a una nuova ditta appaltatrice e tutt'ora in corso. Un intervento di restauro, iniziato il 14 gennaio 2009, che doveva concludersi in 540 giorni: e cioè nel settembre del 2010. Alla faccia del rispetto dei tempi. Tralasciamo le motivazioni che hanno spinto il gestore del locale a gettare la spugna. Fatto sta che oggi lo storico Caffè, i cui muri sono di proprietà del Comune, non è nient'altro che un fantasma. E, neanche a farlo apposta, emerge un singolare parallelo con il suo stesso nome: “Italia”. Una insolita coincidenza che associa idealmente la singolare vicenda del locale di piazzale Giardino al momento storico del nostro Paese: baciato dalla storia, dal paesaggio e dalla bellezza, eppure prigioniero di sé stesso, soffocato dalla burocrazia e da una classe dirigente che continua a dilatare i tempi del suo infinito cantiere.
Quando il nome è un destino...

Il Caffè Italia di Bassano (foto Alessandro Tich)

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